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Pubblichiamo il manifesto di ringraziamento per quanto è stato raccolto a livello nazionale nel corso della “Colletta Alimentare 2016″, che, seppure con un calo del 5%, è comunque un ottimo risultato, soprattutto dal lato umano. Quest’anno è stato impattato da sisma  e alluvioni, ma tra i volontari ci sono stati terremotati, profughi islamici e carcerati (vedi articolo Avvenire del 28/11) https://www.avvenire.it/attualita/pagine/colletta-alimentare-raccolte-8500-tonnellate-di-cibo-per-i-bisognosi
Pubblichiamo anche il testo del messaggio che a fine colletta il responsabile nazionale della colletta alimentare, Federico Bassi,  ha indirizzato ai volontari:
“Vi scrivo per ringraziarvi del preziosissimo lavoro svolto quest’anno: abbiamo raccolto 8.500 tonnellate di alimenti in un solo giorno!! L’esperienza fatta quest’anno, dal mio punto di vista, è andata ben oltre l’aspetto numerico della Colletta; trovo stupendamente sintetizzato ciò che voglio dire nel messaggio che mi ha mandato Fiorella, un’amica “terremotata” di Tolentino, che qui vi riporto per intero: “Sto tornando in macchina al camper, e sto piangendo. Questa giornata è finita, ho un forte mal di schiena, ma non è quello che mi fa piangere. Cosa c’è di diverso dagli altri anni? Forse che torno in camper … ma non è neanche il non aver casa il più grande dei problemi. Mi rendo conto che forse il bisogno grande che ho dentro ora, scosso dalla realtà che vivo, è stato sollecitato dal gesto della colletta, fino alla commozione. L’umanità che ho incontrato, Matteo che si arrabbia perché non tutti spendono “almeno 1 euro” e mi dice: Gesù non avrebbe fatto così: Lui non aveva niente e ha dato tutto, e finito il suo turno non se ne vuole andare, la mamma se lo porta via tirandolo; la donna che mi dice di pensare a lei perché il marito è morto, Laura che rincorre un uomo che si commuove al suo raccontare la colletta … che bisogno avrà lui, mi sono chiesta, per arrivare ad avere gli occhi lucidi? È tutto uno sconvolgimento dell’umano”.
Davvero la vita può ripartire da un dono, perché in questa esperienza viene messo a nudo il nostro bisogno umano più profondo, che è, come ci ha ricordato il Papa nelle 10 righe di quest’anno, quello di amare ed essere amati, così come siamo, nella condizione in cui ci troviamo oggi (in carcere, alluvionati, terremotati, senza lavoro, ammalati, migranti, musulmani, cristiani, poveri, atei, ricchi….): non è la condizione che viviamo a definire a chi siamo, ma è Ciò a cui siamo legati che ci definisce; la Colletta è bella perché ci aiuta ad essere uomini fino in fondo, ci aiuta a guardare in faccia il nostro bisogno fino in fondo! Di fronte al quale, siamo tutti uguali!”

Pensiamo che sia bello poter condividere queste parole avendo concretamente sperimentato la Misericordia di Dio.