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La Chiesa  intende illuminare tutti gli uomini con la luce del Cristo che risplende sul volto della Chiesa. E siccome la Chiesa è, in Cristo, in qualche modo il sacramento, ossia il segno e lo strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano, il Concilio intende con maggiore chiarezza illustrare ai suoi fedeli e al mondo intero la propria natura e la propria missione universale. 

Dio Padre, i credenti in Cristo, li ha voluti chiamare a formare la santa Chiesa, la quale, già annunciata in figure sino dal principio del mondo, mirabilmente preparata nella storia del popolo d’Israele e nell’antica Alleanza, stabilita infine « negli ultimi tempi », è stata manifestata dall’effusione dello Spirito e avrà glorioso compimento alla fine dei secoli.

È venuto quindi il Figlio, mandato dal Padre, il quale ci ha scelti in lui prima della fondazione del mondo e ci ha predestinati ad essere adottati in figli, perché in lui volle accentrare tutte le cose (cfr. Ef 1,4-5 e 10). Perciò Cristo, per adempiere la volontà del Padre, ha inaugurato in terra il regno dei cieli e ci ha rivelato il mistero di lui, e con la sua obbedienza ha operato la redenzione. La Chiesa, ossia il regno di Cristo già presente in mistero, per la potenza di Dio cresce visibilmente nel mondo.

La Chiesa, corpo mistico di Cristo

Il Figlio di Dio, unendo a sé la natura umana e vincendo la morte con la sua morte e resurrezione, ha redento l’uomo e l’ha trasformato in una nuova creatura (cfr. Gal 6,15; 2 Cor 5,17). Comunicando infatti il suo Spirito, costituisce misticamente come suo corpo i suoi fratelli, che raccoglie da tutte le genti.

Capo di questo corpo è Cristo. Egli è l’immagine dell’invisibile Dio, e in lui tutto è stato creato. Egli è anteriore a tutti, e tutte le cose sussistono in lui. È il capo del corpo, che è la Chiesa. È il principio, il primo nato di tra i morti, affinché abbia il primato in tutto (cfr. Col 1,15-18). Con la grandezza della sua potenza domina sulle cose celesti e terrestri, e con la sua perfezione e azione sovrana riempie delle ricchezze della sua gloria tutto il suo corpo (cfr. Ef 1,18-23).

Tutti i membri devono a lui conformarsi, fino a che Cristo non sia in essi formato (cfr. Gal 4,19). Per ciò siamo collegati ai misteri della sua vita, resi conformi a lui, morti e resuscitati con lui, finché con lui regneremo (cfr. Fil 3,21; 2 Tm 2,11; Ef 2,6). Conformarsi a Cristo vuol dire rendere giovane la chiesa, riportarla al primitivo splendore.

Allora ringiovanire la chiesa è un dono esaltante ed un impegno esigente. Anche noi siamo chiamati ad amare la chiesa fino a dare noi stessi per lei, così come Cristo l’ha amata. La bellezza del volto della chiesa deve riflettere la bellezza del suo Signore. E’ la bellezza dell’amore, la giovinezza dell’amore.

Nostro impegno è far sì che la chiesa rassomigli sempre più alla Gerusalemme celeste che discende dal cielo adorna come sposa per il suo sposo. Ringiovanire la chiesa vuol dire farla tornare alle sue origini, come la chiesa degli Atti degli Apostoli. Ringiovanire la chiesa è farla divenire casa dei giovani, soprattutto adesso in cui cresce la disaffezione per la Chiesa. Lo Spirito la rinnova e la ringiovanisce, ma la chiesa siamo noi, noi dobbiamo mantenere una perenne giovinezza.

don Pietro Diletti, sdb Parroco