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Ecco io sono con voi fino alla fine del mondo” (Mt 28,20).

Cristo si fa presente in molti modi in mezzo a noi: nella comunità cristiana (“Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro“), in un’anima in grazia (”Verremo in lui e porremo dimora presso di lui”) e nella Parola (la S. Scrittura, il Vangelo in particolare).

Ma la presenza permanente di Gesù in mezzo a noi la comunità cristiana la celebra particolarmente nell’Eucaristia, in cui si rivela il mistero di Dio e dell’uomo. L’Eucaristia rivela l’amore sorprendente di Dio, la presenza reale di Dio: “Questo è il mio corpo..il mio sangue”. Ecco perché l’Eucaristia è fonte e culmine della vita, è cena pasquale e presenza di Dio che salva: dunque la pastorale della salute, della salvezza, trova in questo grande sacramento la sua forza e la sua sorgente.

Due Cene:

La Cena Pasquale a Gerusalemme – “Ho desiderato ardentemente mangiare questa Pasqua con voi”(Lc 22,15). In questa frase c’è la percezione del tradimento, dell’abbandono e del dolore, c’è la tristezza di un uomo e di un amico che deva lasciare i suoi, ma c’è anche, in modo sfumato, la luce e la gloria della risurrezione. In quella prima eucaristia in Gesù Cristo, l’uomo affronta lo scandalo della sofferenza e della morte. E proprio in quella sera, Gesù si fa pane spezzato, frumento macinato, chicco sepolto.

Il pane e il vino, due elementi comuni della nostra vita, che rispondono alla nostra fame di cose essenziali come la vita, la salute, la libertà, l’amicizia, l’amore, Dio, diventano da quel momento la vita dell’uomo, la sua speranza nell’uomo, la sua gioia e il suo tormento. In quella prima Eucaristia Gesù offre al Padre il nostro vivere quotidiano, la nostra fatica, il nostro dolore, la nostra sofferenza, la nostra morte.

Cena ad Emmaus – Gesù come sempre, con tanta pazienza, comprensione, dolcezza, rincorre l’uomo smarrito nel tempo, deluso dalla storia, provato dal dolore, in cammino verso il fallimento:”Noi speravamo … e invece …” Son crollate tutte le certezze. Avevano vissuto un’avventura esaltante ed ora il sogno si era infranto. Ma Gesù è lì per spiegare, ma essi non lo vedono, hanno gli occhi  bendati dalla tristezza, dalla stanchezza, dalla sofferenza.

Quanti sogni infranti anche nella nostra vita, quante speranze tramontate. Ed è soprattutto nell’ora del tramonto, sul far della sera che  i discepoli  si rivolgono al Signore dicendo:” Signore resta con noi, perché si fa sera e il sole già volge al tramonto” (Lc 24,29). Proprio nel momento della massima tristezza e paura, un viandante incrocia i due uomini delusi e “cammina con loro”, si fa compagno di viaggio.

Spesso noi non ce ne accorgiamo, ma Dio si fa nostro compagno di viaggio, non passa per caso: Dio è fedele ad ogni appuntamento con i nostri fallimenti.  Dio è su ogni sentiero della vita, specie quelli più tortuosi. I loro cuori sono riscaldati dalla parola di Gesù (“Non ci ardeva forse il cuore mentre Egli ci spiegava le Scritture ?“). Ma solo quando seduto a tavola, spezza il pane, i loro occhi si aprono, la loro mente comprende il mistero: ”E’ Lui, è il Risorto”. Ora non è più notte, non è più buio, la vita dei due è cambiata perché hanno vissuto l’Eucaristia e possono correre senza più timore a portare il lieto annunzio a tutti i fratelli.

Don Pietro Diletti SDB, parroco