apr
11
2013

Oratorio casa cortile parrocchia scuola

Carissima/o,

in questi giorni è stato pubblicato “Il laboratorio dei talenti”, “nota pastorale sul valore e la missione degli oratori nel contesto dell’educazione alla vita buona del Vangelo”, elaborata dalla Commissione per la cultura e le comunicazioni sociali e dalla Commissione per la famiglia e la vita della CEI.

Si parla degli Oratori “luoghi” che vanno “sostenuti” per “ridare visibilità e sostenibilità ai nostri ambienti di periferia e di città”, “ponti tra la Chiesa e la strada”.

Ho fatto in modo veloce una intervista a 50 giovani, che hanno frequentato l’oratorio, mentre ero parroco. L’ho articolata con una premessa e tre domande.

«Premessa: Ti sei incontrata/o all’Oratorio Don Bosco,

- per qualche anno, per prepararti alla festa di prima Comunione e alla celebrazione della Cresima…

- spesso per giocare nel tempo libero… per imparare a suonare la chitarra…

- qualche volta per fare le prove del coro… e delle varie recite del gruppo teatrale…

- ma soprattutto, per partecipare alla vitae associativa dei vari gruppi: gruppo Savio Club, gruppo missionario, gruppo dell’ACR, dell’Agesci, delle PGS, del CGS, del TGS e del VIS…

Domande: Sentendo “oratorio”…,

- Cosa ti viene immediatamente in mente? (basta una sola parola!)

- Chi ricordi in modo particolare? (basta un solo nome!)

- Quale momento ti coinvolgeva di più?»

Le risposte sono state immediate e te le presento con indicato il numero delle persone che l’hanno data.

«COSA…?»

il campetto, in cui giocavamo (40); il salone con i tavoli di ping pong e i bigliardini (30); la palestra in cui ci allenava (25); la saletta in cui ci si incontrava per il catechismo (20); la sede Scout in cui ci radunavamo ogni settimana (15).

«CHI…?»

il “don…” che apriva il cancello (40) e ci diceva “mi raccomando…” (30); il “sig….” che era sotto il portico e ci distribuiva i palloni (30) e le racchette da ping pong (25); l’allenatore che ci aspettava in palestra (20); la catechista che ci aiutava a leggere il vangelo (15).

«QUALE…?»

la “buona notte” (50): si interrompevano i giochi (40); si diceva un Padre Nostro, una Ave Maria (30); ci venivano ricordati gli avvenimenti più importanti della vita dell’Oratorio (30); un “bravi!” per le cose fatte bene (25); un “si può fare meglio” per qualche mancanza (20)… e “buona notte” e si continuava a giocare!

Ti ricordo che

«Don Bosco visse una tipica esperienza pastorale nel suo primo oratorio, che fu per i giovani casa che accoglie, parrocchia che evangelizza, scuola che avvia alla vita e cortile per incontrarsi da amici e vivere in allegria».

Ecco una sequenza di video che ti illustrano in modo breve e significativo l’esperienza che anche tu stai facendo all’oratorio di don Bosco.

Ogni video dura meno di due minuti…

in dieci minuti puoi rivederti … in casa, in cortile, in comunità, a scuola!